Dieta delle intolleranze alimentari

La dieta delle intolleranze alimentari si basa sul risultato di una serie di esami dai nomi accattivanti (test leucocitotossico, Vega test, test di provocazione/neutralizzazione, DRIA test, analisi del capello, etc.) che dovrebbero essere in grado di individuare, ovviamente a costi elevati, particolari alimenti verso i quali si sarebbe intolleranti. Tale condizione di intolleranza giustificherebbe tutta una serie di disturbi come obesità localizzata, cellulite e sovrappeso.

Questi test, che non hanno nessun fondamento scientifico, dimostrano quasi sempre un’intolleranza e spesso agli stessi alimenti che, per un periodo di tempo limitato (in media tre mesi, fino al prossimo test), sono esclusi dalla dieta.

Attualmente esistono solamente quattro sostanze in grado di provocare intolleranze i cui effetti sono stati sufficientemente studiati e che sono quindi riconosciute dalla comunità scientifica:

  • Intolleranza al lattosio
  • Intolleranza al fruttosio e/o sorbitolo
  • Intolleranza al glutine

VEGA TEST

Si basa sul presupposto, mai dimostrato, secondo il quale l’esposizione all’alimento sospetto possa provocare delle piccole variazioni nella resistenza elettrica della pelle a livello di uno dei punti previsti dall’agopuntura (va osservato che nei test l’alimento non viene neppure somministrato, ma viene semplicemente introdotto in una fialetta e fatto tenere in mano al paziente).

TEST KINESIOLOGICI

Si basano sulla presunta variazione della forza muscolare conseguante all’esposizione all’alimenti incriminato. Anche in questo caso però l’alimento non viene somministrato ed il paziente tiene in mano un contenitore al cui interno vi è l’alimento da testare. Con l’altra mano spinge quella del kinesiologo che sostiene di percepire una variazione di forza in caso di intolleranza.

ANALISI DEL CAPELLO

Secondo coloro che lo praticano questo esame avrebbe la capacità di individuare anomalie nel metabolismo di elementi minerali attraverso cui vengono formulati consigli dietetici e nutrizionali. In una ricerca statunitense (Sethi TJ et al. How reliable are commercial allergy tests. Lancet 1987; i :92) un campione di capelli di una persona sana fu inviato a 6 laboratori diversi. I risultati ottenuti nel dosaggio di singoli elementi mostrarono differenze di concentrazione fra i diversi laboratori anche di 10 volte e la persona sana fu indicata a rischio delle più svariate malattie.

TEST CITOTOSSICO

Secondo i suoi sostenitori il test citotossico permetterebbe di diagnosticare l’intolleranza alimentare in quanto i globuli bianchi subiscono delle alterazioni ed arrivano a rompersi quando entrano in contatto con le sostanze nei confronti delle quali il soggetto sarebbe intollerante. Come gli altri anche questo metodo non ha fondamento scientifico e qualche anno fa l’associazione degli allergologi americani ha pubblicato un documento in cui si evidenzia la totale inutilità del test.

Share
Share