Dieta mediterranea

La dieta mediterranea tradizionale è caratterizzata da un elevato apporto di verdure, legumi, frutta e cereali, da un prevalente apporto di olio e basso di grassi saturi (burro ed altri grassi animali), da elevato apporto di pesce, da un apporto basso-moderato di latticini, da un basso apporto di carni e pollame e da un regolare ma moderato apporto di etanolo specialmente assunto come vino e durante i pasti.

Dati recenti indicano che l’adesione ad uno stile di alimentazione assimilabile a quello mediterraneo si associa ad una significativa riduzione della mortalità globale, per cardiopatia ischemica e neoplasie indipendentemente dalla presenza delle altre condizioni di rischio cardiovascolare e metabolico quali l’obesità, l’indice di massa corporea, il rapporto vita-fianchi, il fattore sesso, l’abitudine al fumo, il grado di istruzione ed il livello di attività fisica.

Per stabilire quanto una dieta si avvicini ad una dieta mediterranea è possibile calcolare l’IAM (Indice di Adeguatezza Mediterranea) dividendo la percentuale di energia derivante dal consumo di alimenti tipici mediterranei (cereali, patate, legumi, ortaggi, frutta, prodotti della pesce, olio d’oliva, vino) per quella derivante da alimenti di una dieta non tipicamente mediterranea (carne, latte, formaggi, uova, grassi di origine animale e margarine, dolci, bevande zuccherine). La dieta mediterranea di riferimento italiana è quella rilevata nel 1960 a Nicotera, un centro rurale della Calabria. L’IMA degli uomini di Nicotera di 40-50 anni è risultato 7,2.

STUDIO DEI SETTE PAESI (SEVEN COUNTRY STUDY)

Il più importante studio che ha messo in evidenza il ruolo preventivo della dieta mediterranea è noto come Studio dei Sette Paesi. Nel 1957 sono state condotte le ricerche pilota a Nicotera (Calabria) e successivamente a Creta (Grecia). Nel 1958-1961 lo studio è stato esteso a 16 coorti di uomini di 40-59 anni di età residenti in centri abitati in Finlandia, Giappone, Grecia, Italia, ex-Jugoslavia, Olanda e Stati Uniti d’America. Da questo studio è emerso che per quanto riguarda le nove coorti rurali europee, quelle mediterranee (Creta e Corfù in Grecia, Crevalcore e Montegiorgio in Italia e Dalmazia nella ex-Jugoslavia) presentavano al venticinquesimo anno di riesame un tasso di mortalità per cardiopatia coronarica di 978/10000, mentre quelle non mediterranee (Finlandia orientale ed occidentale, Slavonia e Velika Krsna nella ex-Jugoslavia) presentavano un tasso di mortalità doppio (1947/10000).

Le diete dei due gruppi erano ben diverse. Nelle 5 coorti mediterranee erano maggiormente presenti olio d’oliva, , cereali, frutta, ortaggi e vino, mentre in quelle finlandesi e della ex-Jugoslavia settentrionale: carne, uova, formaggi, grassi di origine animale e le bevande alcoliche erano birra e superalcolici consumate, in genere, lontano dai pasti.

CARATTERISTICHE SALUTARI DELLA DIETA MEDITERRANEA DI RIFERIMENTO

La dieta mediterranea è caratterizzata da un adeguato bilancio tra apporto e dispendio energetico. L’energia ottenuta dai vari macronutrienti è quella tuttora riconosciuta come adeguata, cioè 12-15% dell’energia totale da proteine, 25-30% da lipidi e la restante quota da carboidrati. L’energia da alcol etilico, derivante principalmente dal consumo di vino durante i pasti, rientra nei valori accettabili: 2-3 bicchieri al giorno per l’uomo ed 1-2 bicchieri per la donna. Le proteine sono ben ripartite tra quelle di origine animale e vegetale. I carboidrati sono rappresentati, come richiesto dal nostro organismo, prevalentemente da amido (pane, pasta).

I cereali e i legumi secchi hanno un ruolo equilibratore nella dieta grazie al loro potere saziante, all’elevato contenuto di carboidrati complessi, alla ricchezza in fibra, all’apporto di proteine, vitamine e minerali.

I prodotti della pesca e l’olio vergine di oliva garantiscono un adeguato apporto di acidi grassi essenziali ed acido oleico assicurando, in parallelo ad un consumo modesto di latte e derivati e di altri grassi di origine animale, i rapporti percentuali tra acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi che i Comitati di esperti suggeriscono sull’energia totale giornaliera: 15% da acidi grassi monoinsaturi (oleico), non più del 7% da saturi e 7% da polinsaturi.

L’abituale consumo di pesce permette il soddisfacimento del bisogno in acidi grassi ω-3. Anche il rapporto tra ω-6/ω-3 è adeguato (circa 5:1).

L’abbondanza di frutta e verdura assicura un apporto considerevole di minerali e vitamine e, insieme all’olio vergine di oliva, al vino rosso, alle erbe aromatiche (origano, prezzemolo, rosmarino), all’aglio, alla cipolla, al peperoncino (ingredienti usati generosamente nella cucina mediterranea), offrono una quantità di composti fenolici con una spiccata azione antiossidante che difficilmente è possibile raggiungere con altri tipi di dieta.

Oggi in Italia si assiste ad un allontanamento dalla tradizionale Dieta Mediterranea di Riferimento.

FONTI:

  • Ancel Keys , 1980. Seven Countries: A Multivariate Analysis of Death and Coronary Heart Disease.
  • Antonino De Lorenzo, Laura Di Renzo, 2006. Nutrire per prevenire – Quali nuovi indicatori di rischio nutrizionale?
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